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Costantino Gilodi: una mostra che evidenzia la sua genialità di artista «totale»

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Nel pomeriggio di venerdì scorso negli spazi espositivi di Palazzo d’Adda è stata inaugurata la mostra su Costantino Gilodi, «1.853-1918. Architetto. Ingegnere. Tra Eclettismo e Belle Epoque».
«Questo evento» ha detto salutando i presenti la curatrice Enrica Ballarè «rientra in quelli promossi per ricordare Costantino Gilodi a cento anni dalla morte. Una figura ancora troppo poco nota, la sua, e che invece dev’essere riqualificata. Nelle sale vedrete i suoi disegni, i progetti, a grandezza naturale. Il desiderio è quello, promuovendo questa mostra, di valorizzare un ricco patrimonio di storia, cultura e società. Una volta abbandonato lo studio torinese, Gilodi dedica il suo impegno alla realtà valsesiana. Purtroppo molte delle sue opere oggi non ci sono più, o sono vittime dell’usura del tempo. Quelle esposte sono diverse, di diversa natura, e mettono in evidenza quanto ha realizzato Gilodi al di là della sua professione di architetto: ci sono disegni, appunto, dipinti a olio, acquerelli; c’è il Gilodi botanico e appassionato di cristalli, dello studio dei minerali; c’è anche un busto in gesso, dedicato al figlio Arrigo. Una figura, quindi, molto molto affascinante. Infine, abbiamo anche alcune fotografie, messe gentilmente a disposizione dalla famiglia Rizzetti e che costituiscono una piccola ma preziosa testimonianza di Fobello, paese cui Gilodi fu molto legato».
Da Torino ha voluto partecipare all’inaugurazione della mostra il prof. Casimiro Debiaggi, che ha ricordato le origini borgosesiane di Gilodi e il legame che questi aveva con la sua famiglia: «Di Costantino ho tanto sentito parlare in casa, da mio nonno Casimiro». Poi: «Noi conosciamo l’architetto e ingegnere: questo evento ci mostra un Gilodi un po’ più dietro le quinte, più intimo, curioso, che si dedicava ai suoi passatempi con evidente genialità, fantasia e gusto decorativo. Un artista totale, insomma, dalle molteplici sfaccettature. Che ebbe un rapporto privilegiato con Fobello». E in rappresentanza del Comune di Valmastallone c’era il sindaco, nonché presidente Pro Loco, Anna Baingiu: «Siamo orgogliosi di aver partecipato a questo progetto». La mostra è stata infatti realizzata con il patrocinio del Comune di Varallo e la collaborazione di Società Valsesiana di Cultura, Comune e Pro Loco Fobello. E con il fondamentale supporto di Tineke Everaarts, grafico olandese ora residente in Ossola, che ha saputo valorizzare i contenuti proposti dai pannelli dando loro una veste raffinata, elegante ed efficace. La sua qualificata collaborazione ha contribuito in modo decisivo ai buoni esiti della mostra che è finita ieri, 15 settembre.

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