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Varallo: quinto incontro del dialogo Cristiano-Islamico in Valsesia

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Prosegue il progetto di dialogo interreligioso fra Cristiani e Mussulmani, avviato nel 2015 a Varallo, in Biblioteca, con: “Gareggiate nel bene”, proseguito nel 2016 a Palazzo D’Adda: “Misericordioso è il tuo nome”, passato nel 2017 a Borgosesia, al cinema Lux, per confrontarsi sul tema: “Elemosina e Digiuno. Come Dio vuole”, mentre nel 2018 era stata analizzata la figura della Vergine Maria nelle due religioni.

Norberto Julini, Presidente di Nova Jerusalem, venerdì 7 giugno al Centro Congressi di Varallo, ha introdotto la serata, commentando alcuni passi del Documento sulla fratellanza umana per la Pace mondiale e la convivenza comune, sottoscritto il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dall’Iman di Al Azhar, massima autorità religiosa del mondo sunnita, Ahmad Al Tayyeb, ricordando che sono passati ottocentuno anni dall’incontro di Francesco con il Sultano a Damietta. Entrambi, il Papa e San Francesco, non ebbero paura, perché sapevano di andare in nome di Dio. Riecheggiando con parole diverse ciò che venne espresso nel Concilio Vaticano II, per la prima volta cristiani e islamici sottoscrivono un documento nel quale si afferma la libertà di credo, si condanna l’uso politico della religione e il terrorismo viene definito con un termine molto forte ed esplicito: “esecrabile”.

Nella seconda parte della serata è stato lasciato spazio alle testimonianze di Zeinab Gad-Allah, appartenente alla Comunità Islamica in Valsesia e Suor Donatella Lessio, francescana elisabettina, già responsabile della formazione personale al Caritas Baby Hospital di Betlemme che ha parlato dell’esperienza della fratellanza umana fra cristiani e mussulmani in Palestina.

Zeinab, dopo aver esordito con il tradizionale saluto di pace islamico, ha ringraziato tutti i presenti per aver aderito allo spirito di condivisione che animava l’incontro, soffermandosi sulla diversità come valore e sull’importanza del dialogo: “L’unità fondamentale delle tre religioni, Islam, Ebraismo e Cattolicesimo è la condivisione della stessa Fede in un solo Dio: il timore di Dio, la giustizia e la pace sono le basi delle tre religioni, che trovano in Abramo un punto di partenza comune”. Zeinab si è poi soffermata sulla convivenza tra cristiani copti e mussulmani in Egitto, che convivono da millequattrocento anni, uguali nei diritti e nei doveri, spiegando che: “La Jihad è una lotta per il bene e non un’aggressione verso gli altri, e la guerra è solo distruzione e una sconfitta per l’umanità, va contro tutte le religioni, quindi cambiare il mondo è possibile e deriva direttamente dal cambiamento di se stessi. La stessa islamofobia è frutto di pregiudizio e di ignoranza, nasce dalla scarsa conoscenza dell’Islam, dei suoi principi e dei suoi valori”.

Suor Donatella ha ricordato che il Caritas Baby Hospital è l’unico ospedale pediatrico di tutta la Palestina, fondato da un sacerdote svizzero dopo la guerra israelo-palestinese del 1947-48. L’ospedale oggi ha ottantacinque posti letto, duecentottanta dipendenti, vengono fatte quarantamila visite ambulatoriali all’anno e quattromila ricoveri, e vive solo di elemosina. E’ ai confini tra Palestina ed Israele, a centocinquanta metri dal muro, quindi ci vuole il permesso per oltrepassarlo, ma per ottenerlo possono passare ventiquattro ore o una settimana: alcuni bambini muoiono perché non ce l’hanno fatta ad aspettare.

Suor Donatella ha concordato con Zeinab sul fatto che i muri non consentono la conoscenza dell’altro, e quindi giustificano la paura nutrita nei confronti di chi è ignoto. Dal 2004, ogni venerdì, Suor Donatella e altre persone vanno al muro e recitano il rosario. Nel pomeriggio di venerdì, in Santa Maria delle Grazie, Suor Donatella ha guidato il Rosario comunitario: “I muri sono dentro di noi: se io mi arrabbio con qualcuno, non gli rivolgo più lo sguardo, innalzo un muro: ci sono dei muri dentro i nostri cuori, ma quando preghiamo il nostro cuore è rivolto a lui che ci dà quello che chiediamo e questo è il messaggio che la Terra Santa mi ha lasciato, la fratellanza va nutrita con il comportamento quotidiano”.

Suor Donatella si è spesso interrogata su chi sia Dio per lei e dove sia la sua Fede, riproponendosi il problema dell’identità cristiana, ma imparando anche a pregare con il corpo, come fanno ebrei e mussulmani.

Alle due testimonianze è seguito un intenso dibattito, in cui è emersa un’Italia molto diversa da quella di alcuni anni fa, un’Italia bagnata da un mare, il Mediterraneo, che è diventato il più grande cimitero dalla seconda guerra mondiale, in cui paura e ignoranza non possono che generare odio, per questo Suor Donatella ha esortato a far proprio il motto di Vittorio Arrigoni: “Restiamo umani”.

Il prossimo anno l’incontro del dialogo inter-religioso sarà dedicato al tema della non-violenza per una pacifica convivenza. La serata si è conclusa con la convivialità delle differenze e degli incontri, condivisa attraverso i cibi e le bevande offerte a tutti i presenti.

Papa Francesco l’8 giugno, per ricordare i cinque anni dall’incontro con il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) nei Giardini Vaticani a Roma, insieme al patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, che dava inizio a «un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce e per superare ciò che divide», ha proposto che alle tredici si osservasse un minuto di silenzio per la pace, nella stessa giornata, da Zeinab Gad-Allah, nei locali della moschea a Varallo, è stato organizzato il “Thè delle donne”: un momento di dialogo interpersonale e interreligioso, strumento di conoscenza significativo.

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