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Vaccini anche dal medico di base e in farmacia

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BORGOSESIA – Due notizie sul fronte dell’emergenza sanitaria hanno animato in questi giorni le cronache: la prima è che è stato individuato il primo caso in Piemonte di «variante inglese» del Covid-19. Si tratta di una 27enne residente a Borgosesia che era rientrata, con qualche sintomo, prima delle vacanze di Natale dalla Gran Bretagna. Sottopostasi a tampone al pit stop borgosesiano, era poi stata seguita applicando tutte le procedure previste dai protocolli del caso e ora sta bene.

Il campione del test, al pari di altri ritenuti interessanti per la ricerca (e per questo conservati per approfondimenti grazie all’intuizione della responsabile del laboratorio analisi e microbiologia dell’Asl di Vercelli, dott. Fulvia Milano) è stato poi oggetto di più specifiche analisi da che si è cominciato a parlare di «variante inglese» del virus, e si è accertato che era, effettivamente, tale.

La sinergia fra Laboratorio Asl, ospedale Amedeo di Savoia e Istituto zooprofilattico sperimentale Piemonte Liguria e Valle d’Aosta rende la «rete di intercettazione» capace di identificare virus e varianti, un potente strumento per la prevenzione e la cura.

L’altra notizia è che è stato raggiunto un doppio accordo sul fronte dei vaccini: in questi giorni la Regione Piemonte ha infatti siglato due distinte intese con le rappresentanze di categoria per coinvolgere medici di medicina generale e farmacisti nella campagna di vaccinazione contro il covid-19. A commento del primo accordo, il presidente Alberto Cirio ha dichiarato: «Il Piemonte è pronto alla vaccinazione in massa attraverso le sue oltre 3.200 “sentinelle” sul territorio, cioè i medici di famiglia. Sono grato a tutti perché la nostra è tra le prime regioni a siglare un accordo di questo tipo, che ci permetterà di raggiungere in modo capillare tutti i cittadini e in particolare le fasce più fragili».
La somministrazione dovrebbe avvenire con le dosi del vaccino Astra Zeneca, la cui validazione è attesa entro fine mese, mentre la distribuzione su base regionale si prevede attorno al 10 febbraio.

«Il Piemonte ci crede» ha concluso Cirio «e sta mettendo il suo massimo impegno, perché prima vaccineremo tutti e prima usciremo da questa grave crisi».
«Abbiamo sempre sostenuto che questa battaglia possiamo vincerla solo insieme ai medici di base, che per la vaccinazione antinfluenzale sono stati in grado in meno di due mesi di vaccinare, sul territorio piemontese un milione di persone» gli fa eco l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi.
Questo accordo è finanziato con risorse regionali, ma Icardi, che coordina la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ha già convocato un nuovo incontro di tale ente e alla riunione parteciperà anche il ministro Speranza, cui si chiederà adeguato sostegno economico. Icardi è certo che «la squadra con i medici di famiglia e i farmacisti sarà vincente».

Il vaccino Astra Zeneca, o altro che abbia caratteristiche simili, ha il vantaggio di essere conservabile in normali frigoriferi (non necessitando quindi di speciali congelatori) e questo lo rende compatibile con la somministrazione anche a domicilio, oltre che in ambulatorio.
I medici potranno inocularlo direttamente nei loro studi, in strutture messe a disposizione da Asl o enti locali, oppure a domicilio degli assistiti, in caso di persone non deambulanti.
In una prima fase si vaccineranno gli utraottantenni e i non deambulanti già seguiti a domicilio e vaccinati contro l’influenza. Si intende così aumentare la protezione anche delle persone che presentano più patologie e si ritiene che la copertura vaccinale possa essere più estesa grazie al rapporto di fiducia che lega gli anziani al medico di medicina generale. La vaccinazione proseguirà poi interessando gli altri soggetti che saranno individuati in base alle linee guida nazionali e regionali.
Verrà inoltre avviata una campagna di informazione sul vaccino, sull’importanza di vaccinarsi, sulla sicurezza e le controindicazioni temporanee che ci possono essere con la somministrazione.
I medici di base (e anche quelli di continuità assistenziale) potranno vaccinare non solo i loro assistiti ma anche chiunque risieda nell’Asl di riferimento. Quanto riceveranno per ogni vaccino effettuato? 6,16 euro più oneri di legge, cifra prevista dal contratto nazionale. L’impegno finanziario della Regione è stimato tra i 30 e i 40 milioni di euro: fra i 2 e i 3 milioni di persone sono a carico dei medici di famiglia ed è compresa la seconda inoculazione, di richiamo.

Soddisfazione è stata espressa dalle sigle sindacali. Roberto Venesia, segretario della Fimmg Piemonte ha parlato di «giornata storica»: «Siamo stati chiamati e la medicina generale risponde all’appello. Nessuno si salva da solo, ma tutti insieme potremo farcela per l’interesse e la salute dei nostri concittadini».
«Da un anno ormai, come i colleghi ospedalieri, noi medici di famiglia siamo impegnati nella lotta contro questa pandemia» ha detto Antonio Barillà, segretario Smi Piemonte. «Ora è arrivato il momento dell’ultimo importante sforzo, che è quello di vaccinare al più presto i nostri pazienti».

Per Mauro Grosso Ciponte, segretario Snami Piemonte, l’accordo raggiunto è «importantissimo» essendo «il primo passo per sconfiggere il male del secolo. I medici sono come sempre in prima fila e si sono resi disponibile a dare una mano al sistema per bloccare il virus Covid 19».
Anche Marcello Ardizio, di Intesa sindacale, concorda, concludendo: «Guardiamo con fiducia al futuro».
Per ciò che riguarda i farmacisti, l’accordo con Federfarma Piemonte e Assofarm fa dire all’assessore Icardi: «Rimettiamo in pista il collaudato tandem farmacisti-medici di famiglia che in appena due mesi ha permesso di vaccinare quasi un milione di piemontesi contro l’influenza. Un sistema di distribuzione e somministrazione dei vaccini che ha dimostrato di funzionare bene e che sarà determinante anche sul fronte del covid 19. E’ un risultato strategicamente molto importante, perché ribadisce il ruolo di primo piano dei farmacisti nell’ambito della medicina territoriale, consentendo una copertura vaccinale assolutamente capillare e efficace».

Anche i farmacisti somministreranno il vaccino Astra Zeneca (o uno di analoghe caratteristiche), che sia conservabile nei normali frigoriferi.
L’accordo prevede che la Sanità stanzi circa un milione di euro e che i farmacisti potranno occuparsi di stoccare, distribuire e consegnare, su prenotazione, dei vaccini ai medici di medicina generale, come già fatto durante la campagna antinfluenzale.
Potranno inoltre somministrare il vaccino in farmacia, con la supervisione di un medico (anche in questo caso il compenso sarà sui 6,50 euro a iniezione).

Piena soddisfazione ha espresso Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte perché la Regione con l’accordo «riconosce il ruolo della farmacia, del farmacista e della distribuzione intermedia, consentendo di gestire ed eventualmente somministrare il vaccino covid in farmacia, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Anche in questa fase della pandemia la farmacia è quindi parte integrante della filiera sanitaria, accanto a medici e alla Regione sempre nell’interesse e a tutela del cittadino».
Anche Mario Corrado, coordinatore regionale delle farmacie comunali e componente della Giunta nazionale Assofarm, sottolinea come «le farmacie pubbliche e private» siano «insieme alla Regione per fornire un servizio fondamentale per la cittadinanza».
«Questo accordo» conclude «ribadisce il ruolo della farmacia tutta, in un’ottica di tutela della salute, lavorando tutti insieme, ciascuno con il proprio ruolo».

Immagine di repertorio

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