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“Tengo ai cittadini e alla città, sapere che va tutto bene mi rende felice”

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La scorsa settimana il Maresciallo Maggiore Antonio Marini, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Borgosesia, ci ha aperto le porte della caserma per rispondere ad alcune domande sul lavoro che lui e i suoi colleghi svolgono ogni giorno e anche per raccogliere qualche opinione sul nostro territorio. Romano di nascita e a Borgosesia dal maggio 2017, il Maresciallo Marini ha già avuto esperienze nell’Arma territoriale e, in qualità di perito nummario, ha precedentemente prestato servizio presso la Sezione Operativa del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria a Roma operando maggiormente nelle regioni del sud Italia.
Essere chiamato a ricoprire la posizione di Comandante della Stazione di Borgosesia (che, ricordiamo, comprende anche i comuni di Quarona, Valduggia e Cellio con Breia) è stato per lui un grande onore, che si accompagna però a un grande onere: ora ogni decisione, ogni azione deve essere sottoposta alla sua attenzione, così come ogni responsabilità è in primo in carico a lui. Rispetto agli anni di servizio nella Capitale, ora il Maresciallo Marini ha sicuramente a che fare con un bacino di utenza molto più ristretto; ciò non significa però che richieda meno impegno; anzi, proprio lui tiene a sottolineare che «è nei centri più piccoli che ha senso e si percepisce l’importanza di essere Comandante di Stazione, in quanto il nostro mestiere ha soprattutto a che fare con la relazione diretta con le persone. Mi dà molta soddisfazione il fatto che si riesca a essere disponibili per i cittadini che hanno bisogno di aiuto, di qualsiasi tipo esso sia, a essere presenti alle manifestazioni della città e anche a essere riconosciuti per strada, venendo fermati per scambiare qualche parola. Ritengo inoltre fondamentale instaurare un rapporto stretto anche con i miei colleghi e sottoposti che vivono in caserma; una squadra molto valida, nella quale ci sono ben due donne: sembra strano doverlo sottolineare, ma è addirittura molto raro trovarne anche solo una in ambienti come questo». Presenti sul territorio per contrastare la diffusione dei reati più comuni, i Carabinieri di Borgosesia hanno come impegno principale quello di salvaguardare le vittime di violenza, aiutare i più deboli e chi vive in uno stato di paura; lo stesso Maresciallo ha anche tenuto in passato su questi temi alcuni incontri con le scuole parlando di bullismo e di cyberbullismo; altri appuntamenti di questo genere saranno replicati in futuro, insieme a conferenze sui pericoli dati dall’abuso di alcool e sostanze stupefacenti.
Per lui è importante che la caserma diventi un luogo accogliente, anche per chi non ci vive quotidianamente, dove le persone si sentano sicure e a loro agio nel rivolgersi a chi vi presta servizio; questa sua idea si coglie perfettamente appena si entra nel suo ufficio (non propriamente ordinario) colmo di fascicoli, sì, ma anche libri, piante e nel quale spiccano le pareti tinteggiate di giallo-rosso ricche di attestati e riconoscimenti.  Dice che «è per creare empatia» che ha scelto di dare questa sua impronta al suo ambiente di lavoro. Per lo stesso motivo da qualche tempo esiste in caserma un locale dalle pareti celesti il cui fine è quello di offrire uno spazio sicuro e che trasmetta tranquillità a chi deve trovare il coraggio di rilasciare una deposizione. Donata e gestita interamente dal Soroptimist Club Valsesia e fortemente voluta da Maresciallo, «la stanza è pensata soprattutto per le donne che hanno subito violenza e per i loro figli, è molto utile proprio perché riproduce un ambiente non ostile: ci sono un divano, un tavolino, qualche giocattolo… ». Sulla scia di quest’idea, il Maresciallo Marini ci anticipa un progetto che coinvolgerà gli istituti superiori di Borgosesia: «Verrà autorizzata un’alternanza scuola-lavoro in collaborazione con ITIS e IPSIA che avrà come esperienza formativa quella di aiutare a rendere gli spazi della caserma più vissuti e accoglienti tramite disegni colorati sulle pareti interne ed esterne della sede. E’ un modo per insegnare ai giovani a partecipare alla vita della comunità; io non sono nato a Borgosesia ma cerco in tutti i modi di costruire la mia appartenenza e quella dei miei figli a questa città e non c’è modo migliore che quello di partecipare alla vita pubblica e di usufruire dei moltissimi servizi che ci sono a disposizione per i cittadini».  Per esempio, parlando di partecipazione, è per volere dello stesso Maresciallo che lo scorso anno si è ripristinata la tradizionale visita della caserma da parte delle nostre maschere Peru e Gin durante il periodo di carnevale: «Sono piccole cose, sì, ma che trasmettono un forte senso di appartenenza».
E’ chiaro come per il Maresciallo Marini il lavoro di Carabiniere non sia solamente esercitare una professione per cui si è studiato e ci si è preparati, ma è sposare una causa: «Tengo ai cittadini e alla città perché tra le sue strade ci passano mia moglie, i miei figli, i miei parenti, i miei amici e ci mando tutti i giorni i miei colleghi. Sapere che è tutto tranquillo mi rende felice; sono soddisfatto soprattutto quando vado a dormire e non mi squilla il telefono, vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro».
Recentemente la città di Borgosesia, con la sua Stazione dei Carabinieri, è stata protagonista di un articolo sulla rivista dell’Arma, «Il Carabiniere». Oltre alla presentazione storico-geografica e a quella del Comando, veniva annunciato il progetto della realizzazione della fontana dedicata al Generale Dalla Chiesa e alla moglie Emanuela Setti Carraro. «Penso che la realizzazione di questa fontana monumento non potrà che dare più valore alla città di Borgosesia nella storia contemporanea», commenta Marini, «facendo sì che si colleghi il suo nome a quello dei coniugi Dalla Chiesa, Inoltre, questo progetto legherà per sempre la città al ricordo di due persone con una vita esemplare. Che io sappia, il mensile “Il Carabiniere”, che ha diffusione nazionale, non aveva mai dedicato uno spazio di approfondimento a una Stazione valsesiana e ora addirittura abbiamo avuto l’opportunità di mostrare le bellezze della nostra Valle. Per non parlare del grande impatto che avrà a livello nazionale: l’inaugurazione della futura fontana potrà richiamare le maggiori cariche del nostro Paese a visitare la città e a prendere parte al ricordo di due martiri di mafia». I coniugi Dalla Chiesa furono infatti uccisi in un attentato mentre viaggiavano sulla loro auto nel settembre del 1982 a Palermo, città in cui il Generale svolgeva la carica di Prefetto. Il motivo di tale omaggio ai coniugi Dalla Chiesa proprio a Borgosesia si deve alla storia di Emanuela Setti Carraro: figlia di un commerciante tessile, nacque proprio nel Comune valsesiano e, durante tutta la sua vita, si spese per gli altri diventando infermiera di croce rossa e scegliendo una via non facile al fianco del Generale. «Della sua storia si conosce forse troppo poco e in riflesso alla vita del marito, ma è stata una donna molto forte, altruista, lavoratrice e sicuramente con grandi ideali che l’hanno spinta a stare sempre dalla parte dei più deboli e delle vittime» ha detto Marini. «E’ giusto che una persona con queste doti venga omaggiata dalla città che le ha dato i natali e che sia motivo di fierezza anche per i miei concittadini e per le loro origini».
Grazie, maresciallo, per questa bella e istruttiva chiacchierata. E buon proseguimento nel suo lavoro.

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