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Progetto Caffè Alzheimer: da sei anni vicino ai malati e ai loro familiari

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Si è conclusa la sesta edizione del Progetto Caffè Alzheimer  promosso dall’ufficio socio-assistenziale dell’Unione Montana dei Comuni che offre ai malati e ai loro familiari uno spazio informale, amichevole, dove poter condividere e confrontarsi sulle problematiche che quotidianamente si trovano ad affrontare a causa della malattia. Dallo scorso ottobre sono stati organizzati una serie di incontri tenuti da diversi specialisti nell’ambito sanitario, educativo e legale incentrati su diversi aspetti della malattia per cercare di dare ai familiari le informazioni necessarie per gestire un malato di Alzheimer, ma soprattutto per fornire loro le giuste chiavi di lettura per interpretare correttamente la loro condizione.
Come ha sottolineato, durante l’incontro di presentazione dei risultati del progetto (incontro tenutosi nella sede di Unione Montana a Varallo) l’assessore al Socio-assistenziale dell’Unione Montana Francesco Nunziata: «Spesso i parenti di un malato di Alzheimer si trovano a dover sostenere da soli un carico economico e pratico troppo grande; per non parlare della difficoltà, a livello psicologico, di accettare la malattia neurodegenerativa di un familiare. Il Caffè Alzheimer, in questo senso, è innanzitutto uno spazio di aggregazione dove, con la condivisione delle proprie esperienze quotidiane e con l’intervento di professionisti, si cerca di dare un aiuto al malato e ai suoi familiari». Ci sono numerose strutture che operano nella nostra zona per offrire assistenza a chi sviluppa questa patologia, come il prezioso Centro diurno Alzheimer di Portula gestito dalla dott. Valentina Gaggione, che però si interfacciano solamente con il malato per alcune ore durante il giorno. Quello che mancava come ha spiegato la promotrice del progetto, la dott. Irene Orsi, era un servizio che andasse oltre quello offerto dai centri diurni, che entrasse nelle case di queste persone e delle loro famiglie, che li assistesse nella vita di tutti i giorni e che arrivasse a coinvolgere anche chi per mancanza di informazione o di fiducia non usufruiva dei servizi territoriali di assistenza. Grazie alla sua impostazione conviviale e accogliente, il Caffè Alzheimer è riuscito a coinvolgere numerose persone che si sono sentite così capite e aiutate; inoltre con l’introduzione di laboratori che vanno dalla musicoterapia all’arteterapia e di attività che vedono la partecipazione di malato e familiare insieme ha restituito un po’ di “normalità” alla relazione familiare. L’esperienza maturata in questi anni e la validità delle iniziative proposte hanno fatto sì che il progetto valsesiano venisse esportato anche a Vercelli, dove, da un anno, la dott. Renata Antonini, responsabile del socio-assistenziale di Unione Montana collabora con specialisti e professionisti per realizzare incontri e laboratori: «Sicuramente è un grande onore vedere apprezzata un’idea maturata dai nostri operatori tanto da essere presa come esempio per progetti nel capoluogo di provincia che sono molto più grandi del nostro e che interessano un bacino di popolazione molto più vasto. Il nostro impegno in questi anni è sempre stato quello di fare divulgazione sulla malattia, cercando di creare un ambiente informale. Per questo vorremmo aprire un canale di informazione riguardante i servizi del nostro caffè anche all’interno degli studi dei medici di base».
Gli incontri del Caffè Alzheimer riprenderanno il prossimo autunno per il settimo anno di fila; i temi e gli approfondimenti che animeranno gli appuntamenti e le attività saranno progettati secondo i pareri e i riscontri raccolti dai partecipanti in questi mesi per essere sempre accanto alle esigenze dei malati.

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