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L’ultimo saluto a Vittorio Colombo

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Vittorio Colombo si è spento il 30 aprile, nei tristi giorni del Coronavirus, da molti anni abitava a Camisano Vicentino con la moglie Luisa e i tre figli: Cristina, Fabrizio e Chiara.

Nato a Borgosesia l’8 luglio 1933, aveva trascorso l’infanzia alla cascina Marchiazza, a Rovasenda, paese tra le risaie, per poi passare con i genitori Maria Colombo e Adolfo Colombo e le sorelle Anna Liliana e Jose – che io conobbi quando lavoravo in Biblioteca a Gattinara, perché era un’appassionata lettrice e spesso ci scambiavamo giudizi ed impressioni – alla Cascina Montegrappa, già in Comune di Gattinara. Colombo è un cognome molto diffuso: la madre di Vittorio era la sorella di Pino (Arturo), il papà del Professor Arnaldo Colombo che era quasi coetaneo di Vittorio, essendo nato il 6 luglio del 1938.

Conobbi Vittorio in una triste circostanza: in occasione dei funerali di Arnaldo, e mi colpì la sua distinzione e la grande gentilezza. Da allora ci sentivamo spesso al telefono, era un piacere ascoltare la sua voce profonda e intonata: si parlava di tante cose, come se ci fossimo frequentati da sempre, quindi la notizia della sua morte, datami da Flavio e Luciana – cugini di Arnaldo, che ammiro ed apprezzo per il loro entusiasmo e la loro generosità – mi ha tristemente colpita: non cancellerò il numero dalla mia agendina, certo Vittorio saprà trasmettere quel bene su fili molto più veloci di quelli del telefono.

Vittorio la sua vita l’aveva dedicata al riso: nato in baraggia, per molti anni aveva lavorato alla Bonifica Agraria Beraud – dove era stata ragioniera la mia cara amica Elia Erbetta: certo ora lassù si saranno ritrovati e avranno di che parlare – ma risiedeva ormai da molti anni in Veneto, dove si era trasferito per trasmettere le tecniche di coltivazione del riso adottate in baraggia e a Gattinara.

Non appena sarà possibile, le Sue ceneri saranno portate a Rovasenda e Vittorio sarà così tumulato nella tomba di famiglia, che custodisce le spoglie dei genitori e della sorella Jose. Questa esplicita volontà, manifestata agli eredi, di tornare al paese che amava, che lo ha visto crescere, coltivare le amicizie di gioventù e diventare uomo, lo ricondurrà nel piccolo cimitero delle terre d’acqua, accolto dal maggio oscillante di spighe.

Riposa in pace Vittorio, nella consapevolezza di aver impiegato bene i Tuoi talenti e di aver trasmesso generosità e amicizia.

 

Piera Mazzone

 

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