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Le polemiche scaldano l’acqua…

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Nei giorni scorsi il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato la Legge 59 sulla Specificità Montana: il 60% dei canoni idrici per le grandi derivazioni nel VCO sarà assegnato a quella provincia, per una cifra intorno agli 8 milioni all’anno.
Il ritorno dei canoni idrici per la provincia di Cuneo e per la città metropolitana di Torino sarà del 50%: quasi 4 milioni all’anno per la prima, 6 milioni per la seconda.
Alle altre province piemontesi andranno circa 500mila euro ciascuna. Le risorse saranno destinate soprattutto alla viabilità montana e provinciale.
Il provvedimento regionale non è stato condiviso dal consigliere Carlo Riva Vercellotti, che non l’ha votato riconoscendo in esso una discriminazione del territorio Vercellese, che ne esce fortemente penalizzato: «La norma» ha evidenziato «crea una sproporzione clamorosa. Perché anche da noi c’è la montagna; anche da noi ci sono l’acqua, le derivazioni, le scuole e le strade, addirittura il doppio dei chilometri rispetto a Verbania».
La contrarietà alla legge espressa da Riva Vercellotti ha fatto infuriare il sindaco di Borgosesia e deputato della Repubblica on. Paolo Tiramani che ha riservato al consigliere regionale parole non esattamente di cortesia: «La reazione di Riva mi ha molto sorpreso: la legge votata in Regione è un esempio di grande attenzione ai territori: il Piemonte, con questa normativa, si allinea a Veneto e Lombardia, che da sempre riconoscono le giuste compensazioni alle loro province montane».

«In Piemonte, il cui Statuto riconosce il VCO come provincia al 100% montana» ha aggiunto il parlamentare leghista, «questa legge era discussa e attesa da tempo e ora, grazie in particolare alla Lega, che fonda il proprio pensiero politico sulla convinzione che le risorse debbano restare dove vengono generate, è diventata realtà: l’unico commento possibile, dovrebbe essere di grande soddisfazione e orgoglio».
Ha poi rincarato la dose Tiramani: «Riva ha giustificato il suo voto contrario lamentando l’esiguità della compensazione per le province non montane come Vercelli, ma questa sua presa di posizione risulta davvero curiosa se si pensa che negli otto anni in cui è stato presidente della nostra provincia non ha fatto opere pubbliche lasciando 11 milioni in cassa che ora Eraldo Botta sta trasformando in opere sul territorio, così come è indispensabile che faccia una pubblica amministrazione».
Dal punto di vista di Tiramani, con la sua presa di posizione Riva Vercellotti si colloca «nella schiera dei politici incapaci di concretizzare alcunché: il gap operativo che ha caratterizzato la sua conduzione della Provincia di Vercelli è eloquente. Non dubito che, come lui stesso ha ammesso, anche questa volta sia risultato noioso nel sostenere le sue argomentazioni. L’ha sempre fatto, a tutti i livelli, per portare in Provincia soldi che però non ha mai speso… è dovuto arrivare Eraldo Botta perché si cominciassero a vedere cantieri nel vercellese».
Alle esternazioni di Tiramani, Riva Vercellotti ha risposto invitando il parlamentare «a guardare di più agli interessi del proprio territorio invece di attaccare chi quegli interessi li difende da tempo, prima come presidente provinciale ora come consigliere regionale. Certi attacchi primitivi me li aspetterei dal fronte opposto, non certo da un alleato con cui abbiamo governato in Provincia per tanti anni. Da me gli amici della Lega e Fratelli d’Italia avranno sempre lealtà, dimostrata dal mio voto non contrario: non posso però tacere su un provvedimento che discrimina il nostro territorio. La mia colpa dunque sarebbe quella di non aver votato una legge regionale anteponendovi gli interessi di Vercelli e della Valsesia. Quando vedo un provvedimento che classifica valsesiani e vercellesi come cittadini di serie B non mi faccio certo mettere il bavaglio da chi vorrebbe essere il paladino degli interessi locali, e mi scandalizzo quando sento che i soldi servono per mettere una pezza al bilancio in predissesto di Verbania. La mia è coerenza, e la teoria del premio al demerito e del denigrare chi amministra con diligenza non la giustifico nemmeno col caldo estivo. Sono ben lieto di essermi impegnato alla “noia” per cercare le risorse quando non avevamo nemmeno i soldi per pagare gli stipendi, garantire il riscaldamento nelle scuole e la manutenzione delle strade. Ora vengo criticato per non avere speso i soldi che, piccolo dettaglio, non avevamo. Criticato perché, anziché spenderli, li ho cercati. E io sono orgoglioso di averlo fatto, sono felice di aver dimezzato il debito di Vercelli, di avere una cassa enorme perché osammo promuovere, primi in Italia, l’ingiunzione nei confronti dello Stato per i crediti perenti, felice che fino al 2033 la Provincia riceverà, ogni anno, più di 4 milioni aggiuntivi grazie al contributo che ho portato in sede di “noiosa” trattativa col governo, felice che oggi il bravo presidente che mi ha sostituito si trovi a portare avanti i progetti su cui abbiamo dedicato tempo ed energie».
Ha proseguito Riva: «Venire insultato per l’operato diligente della Provincia di questi anni è un’offesa a tutti gli amministratori, di ogni schieramento, con cui ho condiviso ogni scelta e che in questi anni si sono fatti in quattro, senza percepire un centesimo, per portare a casa progetti e risorse e che non si meritano le parole di politici rissosi che parlano su cose che non conoscono. Che nemmeno sanno che Forza Italia aveva presentato un emendamento in Consiglio regionale, guarda caso fotocopia della proposta delle province piemontesi, chiedendo di dare il 40% dei canoni idrici alle 5 province del Piemonte orientale escluse, compresa Vercelli. Nemmeno sanno che, se non ci fosse stato questo emendamento, sarebbe arrivato zero a Vercelli».
«E se uno non sa» ha chiuso «fa più bella figura a tacere».

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