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Consacrata la statua di San Bernardo in Val Vogna

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Non credo che un valsesiano non sia mai passato dalla Val Vogna, è senza dubbio la valle più ampia e importante del nostro comprensorio alpino. Sempre usata come transito per recarsi al nord dell’Europa e sempre usata dagli eserciti per le invasioni, da quella di Cesare alla Gallia a quella di Napoleone all’Italia.
Terra «poco sicura» nel medioevo, in quanto di confine e quindi abitata da predoni e ricercati dalla legge, terra abitata dai discendenti dei Liguri che poi fu occupata dai Longobardi e quindi passata sotto il dominio di Milano, sino ad essere una repubblica riconosciuta che legiferava ed emetteva sentenze. Tutto questo sino all’avvento dell’era napoleonica. Passata in seguito sotto il dominio di casa Savoia (i Savoia erano «Signori della Val Sesia») fino ai giorni nostri, ma la Val Vogna rimaneva e rimane un collegamento importante con la Valle d’Aosta, alla quale è collegata attraverso il Colle Valdobbia, dove accoglie i viandanti l’Ospizio Sottile. Per ultimo vogliamo ricordare che è proprio attraverso la Valle Vogna che i primi Walser colonizzarono l’alta Valsesia.
Ora i tempi sono cambiati, si fanno passeggiate sino alla Peccia oppure all’alpe Larecchio, dove si trovano punti di ristoro caratteristici e dove si possono gustare le specialità valsesiane; con le ciaspole anche nella stagione invernale, ma soprattutto chi visita la valle si ritrova in un ambiente incontaminato, ricco di vegetazione, di fiori e di animali selvatici; la Val Vogna è un’oasi verde.
I nostri «vecchi», per chiedere protezione per i viandanti si affidavano a San Bernardo, protettore delle genti di montagna, e fu così che all’inizio del sentiero che sale alla Peccia partendo da Sant’Antonio fu collocata una statua in gesso ritraente San Bernardo, custodita in una nicchia con una inferriata per salvaguardarne la figura.
Purtroppo gli imbecilli militano anche tra coloro che amano la montagna e fu così che uno o più di questi pensarono bene di inserire un bastone nell’inferriata e decapitare il Santo.
Riccardo Minoli, venuto a conoscenza del fatto, lui che amava la Val Sesia e la Val Vogna in particolare visti i suoi anni trascorsi a Riva Valdobbia in gioventù e anche negli anni successivi, si attivò per riparare il danno.
Fu così che intervenne l’insostituibile Giorgio Perrone che plasmò nel gesso una nuova statua di San Bernardo che fu poi successivamente fusa in bronzo. Purtroppo nel frattempo Dino ci ha lasciati, è andato avanti, repentinamente, ma come sempre nella Sua vita anche questa volta predispose affinché la statua fosse terminata in tutti i particolari e ricollocata nella nicchia che aveva ospitato quella precedente.
Sabato 22 giugno, con la partecipazione della moglie Ada e del fratello Giuseppe e dei parenti, don Carlo ha benedetto la statua che da ora proteggerà i viandanti che transiteranno in Val Vogna, grazie all’amore che Riccardo Minoli ha ancora una volta dimostrato alla Sua valle. Il Comune era rappresentato da Attilio Ferla, uno che la Valle la conosce non solo per averla percorsa centinaia di volte anche come guida, ma che la ritiene la sua casa. Non ci dilunghiamo, non serve, questo gesto è un atto che caratterizzava la vita di Dino, sempre presente ma mai appariscente. Grazie, Dino.

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