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Alla scoperta della Collegiata di San Gaudenzio

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Altro bella uscita insieme targata GESCAV (Gruppo esplorazione e studi cavità artificiali Valsesia) sabato 23 marzo, alla scoperta della Collegiata di San Gaudenzio e dei suoi affascinanti e inediti particolari.
Circa un trentina i partecipanti a questa giornata, accompagnati da Remo Farinone che ha illustrando le ricchezze poco conosciute e talvolta nascoste di questo importante sito religioso valsesiano.
Dice infatti Danilo Carpani, responsabile GESCAV: «Tanti frequentano la Collegiata senza però accorgersi di alcuni dettagli: lo scopo di questa giornata era in effetti questo. Già in passato ci siamo accorti, in altre simili occasioni, come la gente sia interessata ad avere nuove informazioni ma il tempo da dedicare a domande e risposte è sempre stato insufficiente. Ecco perché abbiamo scelto di riservare ai soci sostenitori del GESCAV una particolare ed esclusiva sessione di approfondimento di questo sito grazie alla disponibilità di Remo Farinone. Il numero era chiuso, solo 20 partecipanti, e almeno altrettanti sono in lista di attesa per la prossima visita».
Oltre ai soci che hanno garantito la sicurezza del gruppo e illuminato con particolari lampade le parti meno visibili dei sotterranei, anche Ferruccio Baravelli, tra i componenti del gruppo esplorativo, ha sinteticamente illustrato una parte che è ancora tutta da scoprire e l’importante progetto che la riguarda. Un progetto condiviso con l’Amministrazione del Comune di Varallo e la Parrocchia: il ripristino della parte sotterranea più antica di San Gaudenzio..
«Grazie a Remo Farinone» dice Baravelli «e a uno scritto tratto dal libro “Il paese in rosso e nero” di Enzo Barbano, abbiamo intuito che si poteva nascondere una parte sconosciuta della Collegiata proprio sotto la navata centrale e forse non solo, come è risultato dai sondaggi non invasivi che il GESCAV ha svolto attraverso il georadar. E’ partito così un progetto di ricerca e possibile recupero che ha coinvolto immediatamente la Soprintendenza della Regione Piemonte alla quale ci siamo affidati prima di compiere qualsiasi azione. Così martedì scorso la stessa responsabile, Aurora Argiroffi, in presenza del sindaco Eraldo Botta e del prevosto don Roberto Collarini, affiancata dal Gescav ha compiuto il primo sopralluogo proprio al sotterraneo della cripta e a un secondo sotterraneo nei pressi della cappella della Madonna Incoronata. Siamo ora in attesa di riscontri per capire in che modo strutturare operativamente questo programma di recupero».

Il progetto, in sintesi, prevede lo svuotamento di questi sotterranei dalle macerie derivate da più ristrutturazioni e da cui è letteralmente intasato. Poi il recupero degli eventuali resti delle sepolture in apposite nicchie protette in vetro, quello della percorribilità del sotterraneo della navata centrale e delle aule laterali con un percorso ipogeo agibile e illuminato. Non ultimo, si prevede lo studio della pavimentazione originale di questa parte sotterranea, la più antica, cosa che non è stata possibile svolgere in passato.
L’obiettivo finale, spiegano i referenti del progetto, sarebbe anzitutto lo studio di questa parte finora sconosciuta. In seconda battuta c’è l’idea di creare un percorso di visita lungo tutto questo sito, sotterranei ripristinati inclusi, che possa accogliere gruppi di turisti in grado di contribuire alle spese di manutenzione della Collegiata.
Il gruppo ha visionato le prime immagini scattate a questi sotterranei attraverso un PC ma ha anche potuto «sbirciare» direttamente, da una presa d’aria recentemente ritrovata, l’oggetto di questa scoperta. La visita si è conclusa con una puntata sul campanile della chiesa da cui si gode un meraviglioso panorama su Varallo.

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